La Virtuosa Maia 219

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C’era una volta una Torre Nera in mezzo al bosco. Mai nessun ragazzo vi ci si era avventurato dentro. L’unico ad esserci entrato era stato Vincent Van Gogh ed era tornato con un orecchio mozzato. A detta sua era stato Joff, un dottore con una maschera a forma di becco e una tunica nera lunga. Il giorno di Halloween Jack, sfidato dai suoi amici di scuola, scommise che sarebbe riuscito a entrare nella Torre, trovare Joff e scattargli una foto. Appena finita la scuola, si avventurò nel bosco seguendo un piccolo sentiero. Dopo un’oretta vide l’entrata della Torre sopra di lui i pipistrelli che svolazzavano. Tra le rovine si accorse di un luccichio per terra. Si accorse che era un teschio con due pietre rosse al posto degli occhi. Con suo stupore le pietre erano dei rubini, pensò di staccarne una per potersela portare a casa. Appena la staccò si rese conto che davanti a lui c’era una persona con una maschera a forma di becco. Era proprio uguale alla descrizione di Vincent. Il dottore lanciò un maleficio verso Jack, trasformando la sua testa in una zucca con tanto di bocca e occhi intagliati. Preso dal panico delle parole del dottore cominciò a correre e arrivò finalmente all’uscita del bosco, dove lo attendevano i suoi amici. I suoi amici vedendolo scapparono di corsa e tornarono in città. Jack si rese conto che il maleficio era reale e non tornò più a casa, dove ormai gli amici cominciarono a raccontare storie su un mostro con la testa a forma di zucca. Visto che quella leggenda cominciò il giorno della scomparsa di Jack, il mostro venne chiamato Jack O’Lantern. Fa ritorno a casa solo la notte di Halloween mischiandosi con gli altri ragazzi trasvestiti e chiedendo dolcetto o scherzetto.
 
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