Letteratura: L'assassina di Ardalan (di edoardo14)

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edoardo14

Popolano
Qui di seguito vi metterò a capitoli una storia che sto scrivendo per conto mio. vi prego di commentare molto, in modo tale che io possa sistemare i capitoli che ho messo e scrivere meglio i prossimi.

Sommario:

capitolo 1


capitolo 2

capitolo 3

capitolo 4

capitolo 5

capitolo 6

capitolo 7

...
 
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edoardo14

Popolano
§ Capitolo uno §
Il sole stava calando, lentamente, sempre più piano e sempre più dolce, fino a quando non si tuffò, definitivamente, dietro l’orizzonte, in un esplosione di luce che quasi le diede fastidio agli occhi.
La Fortezza dell’Assassino le sembrava sempre più bella in quelle giornate di fine estate, quando la luce diminuiva sempre di più, le foglie iniziavano a cadere e a volteggiare nell’aria, prima di finire, stanche, al suolo.
Un rumore improvviso la face trasalire.
Era Wesley, uno dei servitori, che bussava alla sua porta.
<< Arobynn ha chiamato, Calena. Ha indetto una riunione del consiglio tra cinque minuti.>>
<< Ok, digli che arrivo subito >>
Quando Arobynn Hamel, Re degli Assassini, chiamava, era meglio non farlo aspettare.
Ansel non perse tempo e si mise in fretta una tunica qualsiasi e scese nell’ immensa sala consigliare, dove Arobynn, a capo tavola, stava già aspettando tutti gli altri assassini della gilda. Quando vide Calena le sorrise e le disse dolcemente di sedersi, dato che di lì a poco tutti gli assassini presenti alla fortezza sarebbero arrivati.
Passarono i minuti, e la sala era sempre più gremita. Dieci, quindici, venti… venticinque persone in tutto erano riunite attorno al grande tavolo di legno, ma ne mancava una…
E non una qualsiasi.
Mancava Ben, il secondo al comando, l’unica persona che Calena, la migliore assassina di tutta la gilda, la protetta di Arobynn Hamel (e colei che lo avrebbe sostituito al comando della gilda degli Assassini), poteva considerare un amico leale e sincero.
Arobynn si schiarì la gola.
<< Bene, ora che ci siamo tutti e tempo che sappiate perché siete stati chiamati così d’urgenza.>>
Calena intuiva una nota di dolore e di tristezza nella voce di Arobynn, e notò che i suoi occhi, solitamente di un nero intenso, erano lucidi, quasi come avesse o stesse per piangere.
<< Aspetta Arobynn, manca Ben… Dove si è cacciato?>>
<< Calena… mi dispiace, Ben è stato trovato davanti al portone della fortezza qualche minuto fa… il suo corpo era già freddo, non abbiamo potuto fare niente per lui.>>
Calena si sentì male, dopo tanti anni che era lì, dopo tante avventure, il suo amico, il suo maestro… era morto, l’aveva abbandonata.
Le lacrime iniziarono a scorrere sul suo volto, ma quasi subito cercò di ritirarle, cercò di nascondere il suo dolore e la sua tristezza agli occhi di tutti. Due forti mani le cinsero le spalle, e il volto triste e bagnato dalle lacrime di Arobynn le comparve di fronte.
<< Lo so come ti senti Calena. Tutti qua lo sappiamo, per tutti noi Ben era un amico, oltre che un ottimo assassino. Il vuoto che ha lasciato nei nostri cuori non verrà mai colmato. >>
Calena si guardò intorno, nella sala, e vide che tutti avevano il viso rigato dalle lacrime.
Quasi tutti.
L’unico che avanzò quasi un sorriso fu Sam. Aveva solo un anno in più di Calena, ma da quando era arrivato alla Fortezza aveva sempre guardato male sia lei che Sam. Tutti sapevano che ambiva al ruolo di secondo di Arobynn Hamel, ma nessuno si accorse di quel mezzo sorriso che era apparo sul suo volto.
<< Maledizione Sam! >> urlò Calena.
<< Cosa vuoi tu? >> le ringhiò di rimando Sam.
<< Sappiamo tutti che vuoi il comando più di ogni altra cosa, sappiamo tutti che hai sempre invidiato Ben. Sappi che non mi darò pace finché non avrò scoperto chi lo ha ucciso, e sappi che se scopro che sei stato tu… io giuro che ti ammazzo Sam un giorno o l’altro. >>
Calena si alzò appena finito di parlare e uscì di corsa dalla sala, singhiozzando.
Subito dopo uscì Sam, furioso.
Odiava Calena più di ogni altra cosa al mondo. Lui era sempre l’eterno secondo, era sempre quello a cui venivano affidate le missioni che Calena non si degnava nemmeno di prendere in considerazione e soprattutto gli dava fastidio il modo in cui lo trattava, il modo in cui lo metteva in cattiva luce con Arobynn e la gilda intera.
Eppure, c’era qualche cosa che non riusciva a capire in lei, c’era qualcosa che…
<< Devi scusarla Sam. >>
<< E invece non posso, Arobynn. >>
Nella voce di Sam c’era una nota di rammarico mista a rabbia.
<< Attento a come parli ragazzino. Ti devo forse ricordare chi ti ha salvato dalla strada? Chi ti ha messo un tetto sopra la testa e ti mantiene? >>
La mano di Sam si avvicinò istintivamente all’elsa della spada che teneva attaccata alla cintura, con una leggerissima mossa, che in pochi avrebbero potuto captare.
Per sua sfortuna Arobynn Hamel era uno di quei pochi. La sua mano scivolò velocemente verso la spada e la estrasse con un movimento tanto aggraziato quanto veloce. Anche Sam estrasse la sua spada, ma non fu abbastanza veloce a mettersi sulla difensiva. Una precisa stoccata di Arobynn con la sua magnifica spada di cristallo nero, il materiale più duro dell’intero Continente Settentrionale, e Sam venne disarmato, trovandosi in men che non si dica a terra con la spada del Re degli Assassini puntata alla gola.
<< Non avresti dovuto sfidarmi ragazzo. Non puoi competere con me… e neppure con Calena >> aggiunse Arobynn.
Quelle parole suonarono a Sam come un pugno nello stomaco.
<< Alzati adesso. >>
<< Cosa c’è? Vuoi umiliarmi di nuovo? >>
<< No, no… voglio solo affidarti una nuova missione. >>
“Lontano dalla Fortezza ovviamente” pensò Sam mentre raccoglieva la spada e seguiva il Arobynn nel suo studio.
 

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Popolano
§ Capitolo due §

Sam si aspettava una punizione molto severa per aver osato sfidare il Re degli Assassini.
Era pronto ad accettare qualsiasi cosa, aveva capito di aver sbagliato ed era pronto a subirne le conseguenze, ma non avrebbe mai potuto pensare a una punizione peggiore.
<< Muoviti! Vogliamo stare qui tutta la notte? >>
Esordì con le sue solite maniere gentili Calena.
<< Arrivo, arrivo. >>
Erano stati inviati lì come ambasciatori del Re degli Assassini, per concludere un affare con il Re dei pirati, il capitano Rolfe, il più temuto tra tutti i pirati del Continente.
Due assassini erano stati uccisi da alcuni pirati di Rolfe una settimana prima, e con la scusa di mandarli in missione Arobynn aveva assegnato il compito di chiedere un risarcimento al Re dei Pirati.
Ovviamente questo significava che sarebbero stati via dalla Fortezza come minimo due settimane.
Era il tempo che Arobynn riteneva necessario come punizione per Sam, senza però essersi accorto che anche per Calena non sarebbe stata una missione facile; l’odio tra i due persisteva da quando Sam era arrivato alla Fortezza dell’Assassino, un anno dopo Calena.
L’aveva subito trovata insopportabile, sempre con quella puzza sotto al naso, sempre a vantarsi con gli altri perché era la protetta di Arobynn e perché oramai tutti la chiamavano l’Assassina di Ardalan, in segno di devozione e di elogio.
Oppure era per altro?
Erano anni che Sam si faceva quella domanda, e non era mai riuscito a trovare una risposta.
<< Dobbiamo proprio andare subito da Rolfe? Non possiamo prima andare a sistemarci in qualche locanda e sdraiarci un poco? E’ una settimana che dormiamo male a causa del mare che ci ha dato sempre fastidio. >>
<< Muoviti Sam. Non abbiamo tempo da perdere. Rolfe ci sta già aspettando e non vorrei farlo aspettare troppo. >>
Sbuffando e brontolando tra se e se Sam si avviò sul lungo molo della Baia dei Teschi, entrando nel piccolo paesino che faceva da covo ai pirati.
Eppure non era naturale.
Calena non poteva essere sempre così attiva riposando così poco.
Camminarono per pochi minuti, scortati da uno degli ufficiali di Rolfe, fino a quando quello non fece un cenno con la testa e li fece entrare in una casa di legno e gli disse di accomodarsi in quella che a Calena e Sam sembrò l’anticamera di uno studio.
Rolfe li fece aspettare per venti minuti buoni prima di farli entrare e accomodare su due sedie di legno grezze e dure.
Il Re dei Pirati era un uomo di mezz’età, tra i quaranta e i cinquanta anni, ma i due assassini non seppero dargli un’età precisa. Aveva una barba abbastanza curata con un pizzetto abbastanza evidente. Anche se erano coperte da una casacca che aveva visto sicuramente tempi migliori Calena e Sam riuscirono a individuare i tatuaggi che il pirata aveva sulle braccia, e rimasero sorpresi quando videro la leggendaria mappa tatuata sui suoi palmi. Si diceva in giro che avesse venduto la sua anima per ottenerla, ma adesso con quella poteva prevedere le tempeste ed evitarle.
Dopo aver scrutato per mezzo minuto abbondante i due assassini finalmente Rolfe si decise a parlare.
<< Sono lusingato che Arobynn Hamel abbia mandato qui davanti a me la sua più forte e temuta assassina. A che cosa devo la vostra visita? >> chiese senza dare peso alla presenza di Sam.
<< Alcuni dei vostri pirati hanno ucciso due degli assassini di Arobynn, e ora siamo qui chiedere un risarcimento. >>
L’espressione beffarda di Rolfe mutò in un accenno a un sorriso, ma nel suo volto si poteva facilmente notare la rabbia che gli stava montando.
<< Come potete accusare così facilmente i miei uomini? >>
<< Semplice! >>, intervenne Sam, << C’era un terzo assassino quella sera che si è riuscito a salvare, e ha detto di aver visto il tatuaggio che contraddistingue tutti i tuoi pirati da qualunque altro. >>
<< Aaaah, allora anche tu hai la voce! Ma come poteva il vostro assassino aver visto i tatuaggi dei miei uomini al buio? È praticamente impossibile che abbia potuto vederli, per cui uscite dal mio ufficio e andatevene, mi avete insultato abbastanza, e vi ricordo che questa è la mia terra. >>

<< Noi ce ne andiamo quando vogliamo. Ti ricordo che hai di fronte l’Assassina di Ardalan e… >>
<< Lascia perdere Calena, ce ne andiamo. >> si intromise Sam
Calena lo guardo in cagnesco, ma accettò di andarsene. Quando stavano per uscire si volto e lanciò una busta al pirata.
<< È da parte di Arobynn, chissà che non ti schiarisca le idee. >>
Rolfe distrusse velocemente il sigillo del Re degli Assassini e lesse la lettera. Il suo volto incominciò a impallidire e alla fine sembrava sul punto di un infarto. Calena sorrise, ma Sam non capì.
<< Dobbiamo chiamare qualcuno, sembra che stia male. >>
<< No, è solo sconvolto. Adesso sa che non potrà rifiutarsi, dato che Arobynn è a mezza giornata di viaggio da qui. È partito poco dopo di noi con un bel po’ dei nostri assassini, e ha specificato nella lettera che se al suo arrivo il pagamento del risarcimento non sarà stato effettuato ci penserà lui stesso a vendicare i due assassini caduti. >>
<< E perché non sono stato avvertito? Potevate dirmelo, oppure non vi fidavate di me? È così? >>
<< Non potevamo permetterci errori. >>
<< Ecco perché Arobynn ha mandato anche te, non si fida più di me, e forse ha addirittura deciso di lasciarmi da solo o di uccidermi. >>
<< Quando avete finito di battibeccare tra di voi ditemelo, così vi condurrò a prendere ciò che vi spetta. >> disse Rolfe evidentemente infastidito. Si alzò e li precedette verso un corto corridoio che conduceva a una stanza piena di oro, argento, gioielli e tesori di ogni genere.
<< Da quello che ho capito il vostro capo arriverà qua domani mattina, per cui abbiamo il tempo di preparare le casse. Intanto vi farò portare verso la vostra camera, e vi farò portare la cena lì. >>
I due assassini annuirono e seguirono lo stesso pirata che li aveva accolti all’ingresso verso la loro stanza.
Una volta arrivati chiusero a chiave la porta e non proferirono parola, per evitare che ci fosse una lite.
Quando ebbero mangiato, rimanendo in silenzio e con gli occhi nel piatto, si cambiarono e andarono a letto.
Dopo un poco che erano stesi Calena parlò.
<< Mi dispiace Sam, non volevo… >>
<< Fare cosa? Farmi fare l’ennesima brutta figura? >> chiese lui gelido.
<< Non volevo tenerti all’oscuro, volevo metterti a conoscenza delle intenzioni di Arobynn, ma non ho potuto. Capisci? >> Calena sembrava realmente dispiaciuta.
<< Non importa, ci sono abituato, tu sei la migliore e io l’eterno secondo. >>
Improvvisamente delle grida in strada li destarono completamente, e quando videro anche dei bagliori di un incendio si vestirono in tutta fretta e uscirono dalla loro stanza, precipitandosi verso l’ingresso.
Quando arrivarono al pian terreno e aprirono la porta si trovarono davanti una quindicina di pirati con le armi sguainate, dietro ai quali troneggiava Rolfe.
<< Arobynn arriverà qua domani mattina, questo mi permette di avere un po’ di tempo per uccidervi e preparare l’isola per il suo arrivo. Il famigerato Re degli Assassini verrà ucciso, assieme a tutti coloro che stanno arrivando con lui. >>
<< Staremo a vedere! >> disse Calena in fretta, prima di gettarsi sui pirati davanti a lei, seguita immediatamente da Sam. I loro avversari non erano nemmeno la metà di loro come bravura e le loro menti erano offuscate dall’alcool che avevano bevuto nella serata.
In poco tempo dei quindici pirati ne rimasero solo quattro, che pensarono bene di deporre le armi quando videro i due assassini che si preparavano per attaccarli. Mentre Sam li teneva d’occhio Calena punto un pugnale alla gola di Rolfe, che non aveva avuto la prontezza di scappare, e lo prese in ostaggio.
Quando una marea di pirati si riversò in strada Calena si limitò a rafforzare la presa sul Re dei Pirati e lasciò parlare Sam.
<< Avvicinatevi e il vostro capo muore. >> disse con voce tranquilla.
Il primo albeggiare fece alzare a tutti gli occhi verso l’orizzonte, verso una maestosa nave dalla vele rosso porpora che si stava avvicinando velocemente. In quel momento Calena e Sam videro un’enorme catena tesa tra due torri che si alzavano verso il cielo sui due promontori all’inizio della baia.
<< Ordina ai tuoi uomini di far abbassare la catena, ora. >> sussurrò Calena a Rolfe.
<< Ah ah, cosa succede se non lo faccio? >> chiese in tono ironico lui.
Avvicinando ancora di più il pugnale alla sua gola, quasi ferendolo, Calena disse: << Vedi tu! >>
<< Abbassate la catena. >> disse con un sussurro Rolfe.
Subito i pirati in prima fila ripeterono l’ordine urlando e dopo nemmeno un minuto la robusta catena, messa lì per spezzare gli alberi di qualunque nave non desiderata, iniziò a scendere, fino ad essere perfettamente adagiata sul fondale marino.
La nave degli assassini era sempre più vicina e Calena e Sam iniziarono ad avvicinarsi al molo, per accogliere il loro capo.

Quando la nave fu ormeggiata una passerella venne calata e ne discesero velocemente i due assassini che fungevano da guardie del corpo di Arobynn Hamel, e quando anche lui scese i quattro assassini inchinarono leggermente il capo.
<< Cosa è successo Calena? >> disse il Re degli Assassini avvicinandosi per togliere Rolfe dal suo controllo e darlo in custodia ad un altro assassini sceso nel frattempo.
<< Una semplice discussione tra noi due… >> disse indicando Sam << E il capitano Rolfe. Nei suoi piani aveva quello di uccidere noi due questa notte e te appena saresti arrivato. >>
<< Ah, ottimo. Così al posto di prendere solo quanto dovuto per l’uccisione di due nostri compari, ci ha dato il pretesto per razziare l’intero suo tesoro, e dare fuoco al suo covo e alle sue navi! Alric, Finn, Cretloc, sorvegliate questo ammasso di pirati. Se c’è un qualche segnale di rivolta, uccideteli. Calena, Sam, Korin, voi venite con me a prelevare quanto possiamo trasportare sulle nostre due navi. Tutti gli altri preparino il necessario per fare un bel falò con queste casette e con le navi della flotta del Re, anzi, ex Re dei Pirati. >>
Senza aggiungere altro Arobynn si avviò verso la casa di Rolfe e il resto degli assassini iniziò ad eseguire gli ordini del loro capo.
<< Mi dispiace, dovevo mandarti qui con qualcun altro, qualcuno migliore magari. >> disse Arobynn, sapendo che Sam stava sentendo.
<< Arobynn, basta. Non è colpa sua se Rolfe e la sua marmaglia ci ha attaccato. Smettila di parlare male di Sam, o sarò io stessa che ti attaccherò. >>
<< Ok, ok… Non volevo offenderti. In ogni caso mi serve che voi due stiate a bordo della nave con cui siate venuti, la maggior parte del bottino dei pirati la farò trasferire lì, mentre Rolfe viaggerà sulla mia nave. >>
<< Va bene. Hai già qualche missione pronta per me quando torneremo? >>
<< Non proprio. Ho spesso sentito palare degli Assassini del Deserto, un gruppo di assassini famosi per la loro silenziosità e per le capacità del loro capo, lo chiamano il Maestro Muto. Sarebbe bello se tu potessi andare da lui nel deserto alle porte di Vallhara, nel Continente Meridionale. >>
<< Va bene, farò come tu vuoi. Quando torniamo preparo i bagagli e riparto. Quanto tempo ci metterò secondo te per arrivare lì? >>
<< Credo che un mese serva tutto. Un altro mese minimo di addestramento per riuscire ad essere addestrata bene e un altro per tornare. In totale potresti stare via tre mesi. >>
<< Ok. Adesso sbrighiamoci e salpiamo verso Ardalan. >>
Dopo aver recuperato tutto quello che avrebbero potuto prendere come bottino Arobynn Hamel diede l’ordine di iniziare a bruciare le case e di abbassare in acqua le scialuppe per raggiungere le altre navi nella baia per bruciare anche quelle.

<< Posso chiederti una cosa? >> disse Sam quando si furono lasciati la baia alle spalle e tutti e guardavano l’oceano nella direzione di Ardalan, la capitare dell’impero.
<< Certo, dimmi. >>
<< Perché mi hai voluto difendere con Arobynn? >>
<< Non mi sembrava giusto che ti insultasse gratuitamente, non è colpa tua se quei pirati ci hanno attaccato. >>
<< Senti… Posso venire anche io nel deserto? Almeno per un po’ così starò lontano da Ardalan e soprattutto da Arobynn. >>
<< Se lui ti darà il permesso per me va bene, almeno lì non sarò da sola e avrò almeno un amico. >>
<< Signora, la cena è servita nella vostra cabina. >> li interruppe uno dei marinai.
<< Va bene, arriviamo subito. >>
Dopo aver finito di mangiare assieme Sam uscì dalla cabina di Calena e si diresse verso la sua. Dieci minuti dopo entrambi erano già sprofondati nel sonno.
 

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Popolano
§ Capitolo tre §

<< Quanto manca ancora? >> chiese affaticato Sam.
<< Mancano due miglia. E’ quasi buio, per cui accampiamoci qui per questa notte; domani mattina io me ne andrò e voi due dovrete proseguire fino alla torre degli Assassini del Deserto, andando verso nord. E’ così che avevamo deciso, e io non mi spingerò oltre. >>
<< Lo sappiamo. Per adesso limitati a piantare la tenda e a preparare qualche cosa da mangiare. >> disse con un tono freddo Calena.
La loro guida era uno di Vallhara, si era offerto di accompagnarli nelle vicinanze della torre dove stavano gli Assassini del Maestro Muto, ma da lì in poi avrebbero dovuto cavarsela da soli. Una volta piantata la tenda il sole era già tramontato oltre le dune sabbiose del deserto e il vallhariano aveva preparato una magra cena a base di datteri e altri tipi di frutta esotica. Consumata la cena lui si mise subito nella tenda e si addormentò profondamente, mentre Calena e Sam si misero in silenzio a osservare le stelle e la luna.
<< Cosa pensi che dovremo fare per farci addestrare dal Maestro Muto? Da quello che ho capito durante il viaggio non accetta chiunque come allievo, e noi abbiamo scommesso con Arobynn che entro un mese saremmo riusciti a farci preparare una lettera dove viene attestato che siamo stati addestrati e siamo pronti. >>
<< Non lo so, Sam, ma ora sono stanca, per cui farai tu il primo turno di guardia. Svegliami tra tre ore ok? >>
<< Come sempre Cal. >>
<< Il fatto che io ora ti consideri un amico non ti permette di chiamarmi così. Fallo un’altra volta e te ne farò pentire. >>
Detto questo Calena si ritirò, e sprofondo in un sonno profondo, tanto che Sam non riuscì a trovare il coraggio di svegliarla, per paura che si irritasse.

La mattina dopo, quando Calena si svegliò, scoprì che Sam non l’aveva svegliata e che si era addormentato durante la guardia, e con non poca sorpresa scoprì che anche la loro guida era sparita.
“Maledetto!” pensò Calena mentre si rimetteva la cintura con la sua spada e ci infilava dentro anche i suoi due pugnali.
<< Forza Sam, non siamo qui per poltrire! >> urlò improvvisamente, tanto che il suo compagno fece un enorme salto svegliandosi.
<< Santo cielo, un po’ più di delicatezza non potresti averla!? >>
<< E tu non potresti ogni tanto seguire i miei ordini? Se mi avessi svegliata avremmo potuto fare bene la guardia ed evitare che il vallhariano se ne andasse. >>
<< Beh, lui ha detto due miglia a nord, per cui muoviamoci a smontare la tenda e ad andarcene da qui >>
Consumarono una breve colazione, mangiando qualche dattero e bevettero una lunga sorsata d’acqua prima di incamminarsi.
Dopo quasi due ore di cammino tra le dune sabbiose arrivarono stanchi e pieni di granelli alla vista della fortezza degli Assassini del Deserto, formata da una grande torre centrale che si alzava per metri e da altre tre torri più piccole, oltre che a un muro di cinta e qualche casetta di mattoni al suo interno.
<< Eccoci finalmente! >>
<< Sta zitto e cammina. Davanti al Maestro Muto o a chiunque altro la dentro lascia parlare me. Ti ricordo che sono assassini e che quindi potrebbero attaccare da un momento all’altro, per cui tieni le orecchie tese.>>
<< Magari non sanno che farebbero una brutta fine ad attaccare l’Assassina di Ardalan, la grande protetta di Arobynn Hamel, colei che prenderà il suo posto a capo della gilda. Se attaccassero credo che non rimarrebbe molto di loro. >>
Continuarono a camminare fino alle mura di pietra della fortezza, quando venne loro incontro una ragazza, più o meno della loro età.
<< Chi siete? Sembrate forestieri, ma a giudicare dalle numerose armi che avete ho qualche dubbio che siate due viaggiatori che si sono persi. >>
<< Sono Calena Sardothien. Il mio compagno è Sam Cortland. Siamo entrambi assassini del nord, e siamo qui per essere addestrati dal Maestro Muto, per ordine del Re degli Assassini, Arobynn Hamel. >>
<< Re degli Assassini del nord! >> precisò Sam, per evitare di far sapere che il loro capo si credeva il migliore di tutti gli assassini dei Continenti.
<< Ah, sapevamo che sareste arrivati. Prego, entrate, vi accompagno dal Maestro. Io sono Azhimet. >>
Mentre Azhimet faceva strada attraverso i corridoi delle torri, un capannello di assassini si radunò per vedere chi fossero i due nuovi arrivati.
Improvvisamente uno squillo di tromba ruppe il silenzio, e Azhimet si fermò.
<< Siamo sotto attacco. Lord Saith, Re di Vallhara, invia ogni tanto le sue truppe qua. Tutte le volte riusciamo a sconfiggerli. Aspettate qua, io devo andare nella mia posizione per la difesa, ma appena sarà finito vi accompagnerò dal Maestro. >>
<< Beh, già che siamo qua possiamo dare una mano anche noi due, diteci cosa dobbiamo fare. >> disse Calena.
<< Benissimo. Come sempre attaccheranno in massa verso il portone, per cui la maggior parte di noi sarà là ad impedirgli di entrare. Venite anche voi allora. >>
I due assassini la seguirono in silenzio, preparandosi alla battaglia. Era da un po’ che non combattevano, e adesso ne sentivano quasi il bisogno.
<< Sono quelli della Legione Nera. >> urlò uno degli assassini del deserto, appostato su una delle torri più basse.
<< L’unità d’élite di Lord Saith. Sbrighiamoci, dobbiamo andare a difendere il portone. >>
Azhimet sguainò la spada, una bellissima arma sulla cui elsa si avvinghiava in rilievo un drago.
Subito anche Calena estrasse la sua spada che, come quella di Arobynn e di tutti gli altri assassini, era di cristallo nero, e fu seguita a ruota da Sam. In pochi secondi tutti e due avevano tutti i sensi tesi ed erano entrambi pronti per l’imminente scontro. Pochi gesti veloci con la mano e Calena segnalò a Sam che doveva stare dietro di lei a circa due metri di distanza, almeno fino a quando i soldati di Vallhara non fossero arrivati a tiro delle loro armi.
Quando i legionari arrivarono sulla cresta della duna subito prima del portone Calena si meravigliò; quei soldati erano armati fino ai denti e avevano delle armature completamente nere, che spiccavano come un pugno nello stomaco rispetto al colore candido della sabbia. Un urlo risuonò sopra la linea nera di soldati, e come un sol uomo tutti si buttarono giù dal pendio e l’assassino che era su uno dei torrioni e che sembrava il capo dei difensori urlò a tutti di stare pronti e di attendere fino a quando fossero stati a tiro di frecce e spade.
Passarono pochi secondi carichi di tensione e ansia da battaglia, e quando furono abbastanza vicini un urlo fece iniziare il combattimento. Gli assassini erano in minoranza rispetto ai soldati, ma dopo pochi minuti di sanguinosi colpi di spada effettuati con calma, destrezza e precisione, i soldati furono decimati senza che riuscissero nemmeno ad entrare all’interno della fortezza. In un momento di riposo dopo un combattimento corpo a corpo Calena alzò velocemente lo sguardo sulla duna e vide quello che poteva essere un l’ufficiale al comando della legione assieme a due guardie e nello stesso momento una tromba squillò e i vallhariani si ritirarono frettolosamente, lasciando un mucchio di cadaveri sul suolo antistante al muro di cinta.
Quando anche l’ultima macchiolina nera fu scomparsa all’orizzonte colui he aveva gestito la difesa si avvicinò ad un ragazzo, chiedendoli quante perdite avessero subito.
<< Abbiamo un ferito grave che è già stato portato nella sala medica e altri quattro con qualche ferita degna del nome. Tutti gli altri hanno solo qualche taglietto qua e la. E’ andata abbastanza bene, Trox. >>
<< E quei due? >> chiese rivolto a Calena e Sam, << Cosa ci fanno qui? Non li ho mai visti. >>
<< Siamo qua per essere addestrati dal Maestro Muto, per ordi… desiderio di Arobynn Hamel, Re degli Assassini del Nord. >> esordì Sam, << Io sono Sam Cortland e questa qui è Calena Sardothien. >>
<< Bene, vi ho visti combattere, ci avete dato una grossa mano. Venite, vi accompagnerò dal Maestro. >>
<< Posso pensarci io. >> disse Azhimet, avvicinandosi al gruppo.
<< Fa lo stesso, ci andremo assieme. Devo andare da lui per fare rapporto. >>
Detto questo invitò con un gesto della mano i tre ragazzi a seguirlo di nuovo per ampi corridoi che salivano verso la cima della torre più alta.
Arrivati all’ultimo piano si fermarono davanti ad una grande porta, sulla quale troneggiava la scritta “PARLARE IL MENO POSSIBILE QUI”.
La loro guida indicò la scritta intagliata nel legno della porta e si portò un dito alla bocca, accompagnandolo con un sibilo.
 

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§ Capitolo quattro §
Quando entrarono nella stanza del Maestro i quattro assassini, ancora madidi di sudore dalla battaglia appena finita, vennero inondati di una luce chiara e luminosa. In fondo alla stanza videro altri due assassini con delle tuniche color bianco e delle grosse spade ricurve. “Quelle devono essere le guardie.” Penso Calena. Dietro quei due assassini sedeva, a gambe incrociate su un tappeto finemente decorato con piccole finiture oro, un signore di mezza età, che si avviava verso i sessant’anni, vestito con una splendida tunica turchese anch’essa con finiture dorate.
Chinando leggermente il capo e il busto Trox iniziò a parlare, o per meglio dire sussurrare.
<< Signore, un reparto delle Legioni Nere ci ha attaccato. Abbiamo qualche ferito, ma per il resto è andata abbastanza bene, li abbiamo respinti. >>
Il Maestro Muto non rispose, ma mosse lievemente le mani, con gesti che a Calena e Sam non significarono niente, ma Trox continuò.
<< Loro due affermano di essere due assassini del nord, della gilda di Arobynn Hamel. Desiderano imparare le nostre tecniche ed essere addestrati da voi. >>
Calena fece per parlare, ma venne interrotta da Azhimet. Con un sussurro appena le disse di stare zitta e lasciar parlare loro.
<< Loro sono Calena e Sam. >>
Il maestro fece un'altra serie di gesti, al termine dei quali Azhimet parlò di nuovo.
<< Non è ancora sicuro di addestrarvi, forse lo farà, forse no. Per ora vi condurrò nelle vostre stanze e poi potremo andare a cena, sarete affamati immagino. >>
<< Una stanza sola, grazie. >> disse Calena.
<< OK. >> rispose con aria maliziosa Azhimet.
<< Una stanza, due letti. >> aggiunse Sam.
<< Come volete, adesso andiamo. >>
Quando si mossero per uscire un movimento colpì Calena, e subito la sua mano corse al pugnale, come quella di Sam.
In breve sei assassini li circondarono con le armi in pugno.
<< Ci sta mettendo alla prova Calena. Tu quelli a destra, io quelli a sinistra. >>
<< Ok. >> disse Calena, buttandosi velocemente contro l’assassino a destra più vicino a lei e, dopo una breve lotta, ebbe la meglio e riuscì a disarmarlo. Si volto e estrasse il secondo pugnale, in modo da affrontare gli altri due che le spettavano. Piroettò attorno al primo e gli immobilizzò il braccio, stringendo sulla mano fino a quando la spada non cadde, e in seguito spinse l’assassino verso il suo compagno, facendoli cadere entrambi a terra. Quando vide che anche Sam era riuscito ad avere la meglio sui tre assassini che lo avevano attaccato rimise via i pugnali e si diresse verso la porta, dove Azhimet stava aspettando esterrefatta dalla velocità con cui i due assassini del nord avevano mandato al tappeto sei dei più bravi assassini che lei conoscesse.
<< Spero che quelli non fossero i più forti tra di voi! >> disse Sam a Azhimet quando furono usciti.
<< Beh, in effetti… si. >>
<< Ah, bene! >>
<< Comunque, eccoci qua, la vostra stanza. >> disse indicando una porta << Una stanza, due letti! La mia è questa qui, accanto alla vostra. Entrate e mettetevi comodi, vi chiamerò io quando dovremo andare a cena. Ah, stavo dimenticandomi: qui la maggior parte degli assassini ha fatto il voto del silenzio, per cui parlate il più piano possibile, per evitare che la quiete possa essere disturbata. >>
<< Ok, staremo attenti, grazie. >> disse Calena, spingendo dentro Sam e chiudendosi la porta dietro le spalle.
Entrambi si stesero sui letti esausti, togliendosi velocemente i vestiti sudati e sporchi e mettendosene di nuovi più leggeri e comodi. In seguito si stesero sui letti, per riposarsi.
<< Abbiamo ancora un paio d’ore prima di cena, io dormo un po’, se vuoi mettiti giù anche tu. >>
<< No, non sono stanco. Dormi tu, io mi rilasserò solo un po’. >>
Senza aggiungere altro Calena si voltò, dando le spalle a Sam, e si addormentò profondamente.
Sam la guardò per un po’, ma presto le sue solite domande gli ronzarono in testa, per cui diede un’ultima occhiata a Calena e si voltò, cercando di non pensare che lei era lì, accanto a lui.
 

DeletedUser

Guest
Non vorrei fare il guastafeste.
Ma esiste già quello che stai scrivendo.
La prima parte s'intitola L'Assassina ed il signore dei Pirati (dove figura la Baia del Teschio per esempio).
La seconda è L'Assassina ed il Deserto (dove c'è il Maestro Muto). In tutto sono quattro racconti che introducono il libro "Il trono di ghiaccio".
Alcune cose sono riadattate. Ma parte dei discorsi si trovano in quel racconto, come i luogi ed i personaggi.
Chiudo.
 
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