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Giovani persone forti, prestanti, carismatiche, potenti: ecco chi erano i tiranni. Questo termine nasce così: per indicare questa classe sociale che iniziò ad acquisire potere in grecia con l'appoggio dei plebei e del loro esercito. Proprio così: loro erano generali e comandanti di un grande esercito, disposto a seguirli in qualsiasi situazione.
Ma, questa è storia... tutti possono conoscerla.
Ciò che invece le persone comuni non sanno è che, alcuni dei più importanti tiranni della storia, non vengono citati nei libri. Non volevano venire ricordati. La gente comune era loro favorevole, mentre gli aristocratici, coloro che committevano i libri dell'epoca, si sentivano minacciati. Così, per riprendere il loro potere, fecero scrivere testi infamanti riguardanti i tiranni. Bestie spietate, insensibili, dittatori: ecco com'erano descritti da quei ricchi corrotti.
Per evitare terribili diffamazioni, un gruppo di quattro Generali ispirati da quella divinità assetata di guerra che è Ares, decisero di porre fine all'esistenza di quei manoscritti, e a quella dei committenti. Così, la notte del quindici aprile del 697 a.C. venti guppi di sette soldati ciascuno, divisi nelle più grandi città della grecia antica, irromperono nelle case dei venti aristocratici più importanti dell'epoca, trucidando chiunque gli si opponesse. Quella notte fu memorabile, ma non per l'opinione pubblica. Molti aristocratici minori erano rimasti in vita, e la notte seguente mandarono i loro soldati ad uccidere delle persone comuni, impalando poi i loro corpi. Fu così che, il giorno successivo, quegli stessi ricchi che vedevano il loro castello di carte andare in pezzi diffusero la notizia: tiranni uccidono duecento plebei ad Olimpia e impalano i loro corpi a monito del loro potere assoluto che deve regnare incontrastato. Al sentire quelle infamanti accuse, tutti i maggiori sostenitori di quei giovani comandanti si ribellarono, e con loro anche il popolo. La ribellione fu totale e la notizia si diffuse a macchia d'olio in tutta la grecia antica. Ma, anche se in molti, i popolani e gli aristocratici non poterono fare nulla contro la devastante potenza degli eserciti di quei generali. In breve tempo, la guerra cessò, ma i tiranni erano ormai soli: nessuno era più a loro favore, vedendo ciò che avevano fatto con i loro occhi. Esattamente ciò che volevano gli aristòi. Così, in breve tempo, tutte le notizie diffamatorie divennero realtà concrete: ogni biblioteca possedeva un libro contenente la cronaca di quel periodo, ricordando la crudeltà di quei tanto amati tiranni, omettendo i nomi di quei quattro generali che originarono tutto. E i diretti interessati rimasero impassibili, vedendo ciò che era successo la prma volta che avevano cercato di zittire quelle terribili voci. Ma, se sono giunte fino ad oggi queste informazioni, è perché le famiglie dei tiranni, di quei quattro famosi despoti, sono rimaste in vita, continuando a tramandare la loro storia, di generazione in generazione, con il supplemento di quella divinità talmente ossessionata dalla guerra che ispirò tutto ciò. Ed ora, noi membri di questa fratellanza, uniti sotto il simbolo di potere che il martello rappresenta, dobbiamo tramandare questa storia, affinché quei quattro giovani comandanti decisi a ribellarsi al potere degli aristocratici non vengano dimanticati. I loro nomi non sono a noi noti, ma è usanza ricordarli con tre punti di sospensione ciascuno.
... ... .?. ... ... : quattro tiranni, una discendenza, che ha una storia a molti sconosciuta, racchiusa in un punto interrogativo, sostenuto da due pilastri laterali; una domanda che ha risposta in questa storia, e che ci rende parte di essa.
Ma, questa è storia... tutti possono conoscerla.
Ciò che invece le persone comuni non sanno è che, alcuni dei più importanti tiranni della storia, non vengono citati nei libri. Non volevano venire ricordati. La gente comune era loro favorevole, mentre gli aristocratici, coloro che committevano i libri dell'epoca, si sentivano minacciati. Così, per riprendere il loro potere, fecero scrivere testi infamanti riguardanti i tiranni. Bestie spietate, insensibili, dittatori: ecco com'erano descritti da quei ricchi corrotti.
Per evitare terribili diffamazioni, un gruppo di quattro Generali ispirati da quella divinità assetata di guerra che è Ares, decisero di porre fine all'esistenza di quei manoscritti, e a quella dei committenti. Così, la notte del quindici aprile del 697 a.C. venti guppi di sette soldati ciascuno, divisi nelle più grandi città della grecia antica, irromperono nelle case dei venti aristocratici più importanti dell'epoca, trucidando chiunque gli si opponesse. Quella notte fu memorabile, ma non per l'opinione pubblica. Molti aristocratici minori erano rimasti in vita, e la notte seguente mandarono i loro soldati ad uccidere delle persone comuni, impalando poi i loro corpi. Fu così che, il giorno successivo, quegli stessi ricchi che vedevano il loro castello di carte andare in pezzi diffusero la notizia: tiranni uccidono duecento plebei ad Olimpia e impalano i loro corpi a monito del loro potere assoluto che deve regnare incontrastato. Al sentire quelle infamanti accuse, tutti i maggiori sostenitori di quei giovani comandanti si ribellarono, e con loro anche il popolo. La ribellione fu totale e la notizia si diffuse a macchia d'olio in tutta la grecia antica. Ma, anche se in molti, i popolani e gli aristocratici non poterono fare nulla contro la devastante potenza degli eserciti di quei generali. In breve tempo, la guerra cessò, ma i tiranni erano ormai soli: nessuno era più a loro favore, vedendo ciò che avevano fatto con i loro occhi. Esattamente ciò che volevano gli aristòi. Così, in breve tempo, tutte le notizie diffamatorie divennero realtà concrete: ogni biblioteca possedeva un libro contenente la cronaca di quel periodo, ricordando la crudeltà di quei tanto amati tiranni, omettendo i nomi di quei quattro generali che originarono tutto. E i diretti interessati rimasero impassibili, vedendo ciò che era successo la prma volta che avevano cercato di zittire quelle terribili voci. Ma, se sono giunte fino ad oggi queste informazioni, è perché le famiglie dei tiranni, di quei quattro famosi despoti, sono rimaste in vita, continuando a tramandare la loro storia, di generazione in generazione, con il supplemento di quella divinità talmente ossessionata dalla guerra che ispirò tutto ciò. Ed ora, noi membri di questa fratellanza, uniti sotto il simbolo di potere che il martello rappresenta, dobbiamo tramandare questa storia, affinché quei quattro giovani comandanti decisi a ribellarsi al potere degli aristocratici non vengano dimanticati. I loro nomi non sono a noi noti, ma è usanza ricordarli con tre punti di sospensione ciascuno.
... ... .?. ... ... : quattro tiranni, una discendenza, che ha una storia a molti sconosciuta, racchiusa in un punto interrogativo, sostenuto da due pilastri laterali; una domanda che ha risposta in questa storia, e che ci rende parte di essa.
NOI SIAMO I .......?....... ! E NESSUNO PUO' DIMENTICARCI!
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